martedì 8 febbraio 2011

Pinocchio - Carlo Collodi


C'era una volta un falegname di nome Geppetto.Aveva costruito un burattino di legno e l'aveva chiamato Pinocchio. "Come sarebbe bello se fosse un bambino vero!" sospirò quando finì di dipingerlo. Quella notte, una buona fatina esaudì il suo desiderio. "Destati, legno inanimato, la vita io ti ho donato!" esclamò toccando Pinocchio con la bacchetta magica. "Pinocchio, dimostrati bravo, coraggioso, disinteressato," disse la Fata, "e un giorno sarai un bambino vero!" Poi, rivolta al Grillo Parlante: "Io ti nomino guida e consigliere di Pinocchio," aggiunse prima di svanire tra mille bagliori di luce. Figurarsi la gioia di Geppetto quando scoprì che il suo omettino di legno poteva muoversi e parlare! La mattina dopo lo mandò a scuola. "Addio figliolo, torna presto!" Pinocchio, disubbidiente, andò invece da Mangiafuoco, unburattinaio che promise di renderlo famoso. Sidivertì molto a cantare e ballare con le altremarionette. Ma, finito lo spettacolo, Mangiafuocolo chiuse in una gabbia. All'improvviso, eccoapparire la Fata Azzurra: "Perchè non sei andato a scuola?" gli chiese. Pinocchio rispose con unabugia e subito il suo naso cominciò a crescere...Solo quando disse la verità, la Fata lo liberò e il naso ritornò normale.Tornando a casa, Pinocchio vide una diligenza carica di ragazzi festanti. Il postiglione gli disse che era diretta al Paese dei Balocchi, dove i bambini potevano fare tutto quello che volevano. "Pinocchio, torna indietro!" lo rincorse il Grillo. Ma il burattino non lo ascoltò. Lì Pinocchio fece amicizia conLucignolo: i due mangiavano dolci a più non posso e si divertivano moltissimo. Ma ben presto scoprirono che i ragazzi svogliati e maleducati che

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